Oggi è il giorno perfetto per ascoltare “Sunday morning” dei Velvet Underground; non soltanto perché è domenica ed è un capolavoro di fine anni ’60 scritto a quattro mani da Lou Reed e John Cale, ma anche perché calza a pennello con la mostra “Warhol. Pop Society” visitata a Palazzo Ducale Genova.
Curiosità: per chi non lo sapesse, è stato proprio il padre della Pop Art a disegnare la cover del disco con la celebre banana che vi sarà sicuramente capitato di vedere da qualche parte.
Viaggio nell’arte del consumismo
La visita di mostre e musei è parte integrante del mio modo di intendere il viaggio. Non di rado programmo viaggi, weekend e gite fuori porta in base ai musei che mi piacerebbe vedere e alle mostre che mi piacerebbe visitare. Un po’ quello che è successo con la visita Warhol. Pop Society dedicata al padre della Pop Art, a 30 anni esatti dalla sua scomparsa, dalla Fondazione Palazzo Ducale.
La mostra espone quasi 170 opere tra serigrafie, disegni, polaroid, sculture e oggetti provenienti da collezioni private, musei e fondazioni (pubbliche e private, italiane e straniere); dando vita a un percorso tematico che ripercorre momenti salienti della carriera dell’artista: i ritratti di personaggi famosi e non, le polaroid, la pubblicità (per chi lavora nel campo della comunicazione, il marketing e la pubblicità come me un punto di riferimento), i disegni, le icone e l’Italia.
Al museo con Trenitalia
Molti potrebbero pensare che recarsi in un luogo soltanto per visitare una mostra possa essere dispendioso. E’ il momento di cambiare idea! Il sabato viaggiare in coppia A/R in giornata con Trenitalia costa la metà; inoltre con lo SPECIALE 2X1 FRECCE TRENITALIA, esibendo la Cartafreccia e il biglietto del treno con cui si è raggiunta la città di destinazione, si ha diritto a un ingresso omaggio per il secondo accompagnatore. Per cui treno A/R e mostra ci sono venuti a costare solo 36,00 € (23,00 € + 13,00 €).
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Genova non è una città che amo ma devo ammettere che ogni volta resto colpita e quasi affascinata dal contrasto fra il centro e le zone limitrofe. Per raggiungere Palazzo Ducale dalla stazione di Piazza Principe, infatti, abbiamo attraversato quartieri pittoreschi per colori, persone, sapori e odori e a percorrere strade ordinate sovrastate da palazzi monumentali realizzati secondo lo stile architettonico tipico del regime fascista.
A tu per tu con “Warhol. Pop Society”
Warhol. Pop Society non è la prima mostra dedicata a Andy Warhol che ho visitato; ma difficilmente mi stancherò di farmi travolgere e sconvolgere da artisti controversi e poliedrici, innovatori (non soltanto per l’epoca in cui hanno vissuto) stile Pollock, Haring, Lichtenstein (per restare in tema), e di arrabbiarmi con la logica del “Potevo farlo anche io“.
Un po’ per inclinazioni e gusti personali, un po’ per gli studi che ho fatto e i professori che ho incontrato, l’interpretazione dissacrante della società americana degli anni ’60-’80 del Novecento che in pieno boom economico si scontra con la massificazione e il consumismo mi affascina e colpisce tantissimo.
Andy Warhol è stato capace di intuire e anticipare i profondi cambiamenti che la società contemporanea avrebbe attraversato a partire dall’era pop, da quando cioè l’opera d’arte comincia a relazionarsi quotidianamente con la società dei mass media, delle merci e del consumo – Sostiene la curatrice della mostra Luca Beatrice.
Lo dimostra la varietà delle opere esposte e degli argomenti trattati nelle sei sale del percorso che il visitatore è invitato a seguire. L’arte non è più qualcosa di unico ed elitario ma tutto può essere replicato e diventare opera d’arte, attraverso la serigrafia ognuno di noi può diventare un collezionista ed esporre nel salotto di casa propria un oggetto di culto.
Con Andy Warhol l’arte diventa accessibile alla massa dei consumatori e ne interpreta i gusti e le inclinazioni; lo testimoniano il successo dei ritratti di personaggi famosi e le serigrafie di prodotti di largo consumo come i famosi barattoli di zuppa Campbell Soup e le bottigliette della Coca-Cola, quelle di icone del calibro di Marilyn Monroe e Mao Tze Tung e oggetti del calibro delle Brillo Box, più che semplici “Ready Made”(oggetti d’uso comune prelevati dal proprio contesto quotidiano ed esposte come opere d’arte senza ulteriori interventi da parte dell’artista).
Palazzo Ducale Genova: un nome, una garanzia
Ogni anno delizia gli appassionati (e non solo) con mostre pittoriche e fotografiche di grande successo e richiamo. “Dagli impressionisti a Picasso” dello scorso anno a “Frida Kahlo e Diego Rivera”, per arrivare a Brassaï – McCurry – Salgado, tutte visitabili con un’utilissima audio-guida che, compresa nel prezzo del biglietto, ci fa scoprire e soprattutto capire “cosa ci sta dietro“.
L’errore che spesso compiamo, infatti, è quello di valutare l’opera d’arte in sé – Mi piace / Non mi piace – senza considerare il contesto storico entro cui è stata prodotta ed è riduttivo quando si parla di arte contemporanea, perché per definizione rompe con i dogmi tradizionali e la perfezione dell’arte moderna incarnata dall’invenzione della prospettiva durante il Rinascimento. Ma non siamo qui per sorbirci una lezione di storia dell’arte!
Se interessati, la mostra Warhol. Pop Society è aperta al pubblico fino al 26/02/2017.